Il mondo è quello che è - Alberto Moravia
Italiano | 1966 | 143 pagine
Molte delle celebri opere di Moravia sono già state scritte, siamo nel 1966 quando esce Il mondo è quello che è, libro che contiene l’omonimo dramma in due atti e L’intervista, commedia in un atto.
Nel primo, un gruppo di persone si sottopongono alla “teoria del linguaggio”, il filosofo Milone vorrebbe guarirli dalle parole malate come amore, passione, speranza, anima, ovvero tutto ciò che ha un significato, che provoca un cambiamento in chi pronuncia o ascolta. Infatti, spiega ai suoi discepoli, “non senti nulla finché non dici certe parole”.
La prevalenza di luoghi comuni nel gergo giornalistico, annienta il dato di fatto rendendo qualsiasi notizia inesistente. Per questo motivo Emilio, aspirante scrittore, vuole assolutamente “ammalarsi” per scrivere il proprio romanzo.
La critica che l’autore muove alla società, in particolare ai mezzi di comunicazione, dove “l’eufemismo è come l’aspirina e la tautologia è l’antibiotico”, è chiara e quantomai attuale. L’epoca descritta, consente ancora per poco all’individuo di adoperare parole che abbiano un significato. La crescente omologazione, porta le masse a esprimersi attraverso frasi fatte senza dire nulla, ma assolvendo il loro compito storico “che è di produrre per consumare e di consumare per produrre.
In questo contesto, la filosofia riesce a conciliare, seppur per un attimo, Marx e Wittgentstein, agendo sia sul mondo che sul linguaggio, laddove questi si equivalgono. Nel secondo dramma, un inviato dalla Luna scende sulla Terra per intervistare il Ministro. L’uomo vuole capire il linguaggio terrestre per poi scriverne sul giornale “Il lunatico”.
Il dialogo verte sulla differenza tra i ricchi e i poveri. La massiccia presenza di questi ultimi, infatti, provoca non pochi problemi al pianeta. Incolti, incivili, retrogradi, ottusi, insensibili, grossolani, sudici, con lo strano vizio del lavoro, la fissazione di andare in fabbrica, questi sono i poveri contro i quali andrebbe utilizzata la violenza.
La differenza fra le classi sociali permea anche il racconto precedente, dove per curarsi e guarire occorre diventare ricchi, soprattuto di censo: “Il mondo moderno è ricco ma i suoi valori sono ancora oggi quelli dei poveri di settemila anni fa”.
Tutto dunque, va a incastrarsi secondo la logica del consumo: se qualcuno pronuncia una parola “malata” paga una multa. Il soldato che individua la differenza principale tra i ricchi e i poveri nel denaro, sceglierà di servire il padre della patria, perché chi dice la verità viene schiacciato dal potere, esce dall’ingranaggio, perché il linguaggio della verità è il più malato di tutti. “Finché le parole non hanno un senso va benissimo. Le cose vanno male quando il senso c’è.”
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