Cortigiana stanca - Alberto Moravia
Italiano | 1965 | 332 pagine
Lentamente, chiudendo la porta con una spinta del dorso e guardando fisso all’amante, il giovane entrò nella stanza. Per la strada, la sua fantasia si era accanita con una specie di rabbiosa volontà a immaginare una Maria Teresa carica di autunni, dai seni pesanti, dal ventre grasso tremolante sulle giunture allentate dell’inguine, dai fianchi impastati e disfatti; una Maria Teresa, insomma, ormai giunta alla soglia della vecchiaia, che sarebbe stato agevole abbandonare ora che non aveva più denaro per mantenerla. Queste immagini di decadenza, aggravate e incrudelite fino alla caricatura dalla sua immaginazione compiacente, gli avevano dato un po’ di coraggio mentre se ne era andato di strada in strada con l’animo pieno di angoscia e i pugni stretti in fondo alle tasche vuote. Ma ora, pur tenendo l’amante sopra le ginocchia, sul divano profondo del salotto, si accorgeva che quell’immagine inventata apposta per la separazione imminente, non resisteva di fronte alla realtà. Finita la vagheggiata ripugnanza per quel corpo che gli era piaciuto di pensare stanco e slombato, finita soprattutto la rottura fredda che aveva premeditato: “Maria Teresa sono venuto per dirti...”
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