Una manciata di more - Ignazio Silone
Italiano | 1971 | 302 pagine
Una contrada fuori mano dell'Italia meridionale. I mutamenti politici, l'indomani dell'ultima guerra, vi acquistano un'evidenza esemplare, suscitando le medesime illusioni e paure che altrove. Ma dopo tutto, dice Silone, le relazioni fra gli uomini rimasero le antiche. Contadini e pastori, vecchi proprietari in concorrenza con gli arricchiti del mercato nero, funzionari dei nuovi apparati e, fra gli altri, un gruppo di uomini onesti, di varia origine e formazione, restii a falsificare in termini di potere e di sopraffazione la loro spontaneità umana, a tradire i propri moti di istintiva solidarietà .
Ne nasce un tono patetico, commosso e, in fin dei conti, schiettamente utopistico. Benché la persecuzione finisca per prevalere, nella narrazione la speranza si salva, grazie a una risorsa che unisce alla concretezza dell'umile fatto di cronaca il valore del mito.
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