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(2488) I racconti dello zio Esilio - Andrea Vitali (2006)(60/4)

  • Immagine del redattore: challagi
    challagi
  • 22 apr 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

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I racconti dello zio Esilio - Andrea Vitali


Italiano | 2006 | 149 pagine |


Con spiccate doti affabulatorie racconta al pubblico di zio Esilio, che si era ritrovato quel nome appiccicato addosso per un errore di interpretazione grafica dell’addetto dell’ufficio anagrafe. Era un uomo narrativamente interessante: “Nacque con una caratteristica principale scritta a lettere maiuscole nel dna: non aveva nessuna voglia di lavorare. E si applicò a questa attività con una tenacia tale che riuscì a campare fino alla morte senza aver mai lavorato un giorno in vita sua.” Un giorno zio Esilio decide di sposarsi e la prescelta è zia Lina, di padre inglese e madre piemontese, “di una bruttezza ineffabile. Non ho parole per definire la bruttezza della zia Lina, sarebbe stato comodo avere una gigantografia da portare in giro, ma purtroppo…” Ma la zia non era solo brutta: era anche antipatica e avara, e lo zio Esilio l’aveva sposata solo per mettere a tacere le fondatissime voci su una sua liason con la figlia di un operaio, visto che si sarebbe trovato costretto a lavorare per mantenerla. Zia Lina invece aveva un’attività ben avviata a Londra e questo gli avrebbe permesso di mantenere intatto il suo pigro stile di vita. Alla morte di Esilio, zia Lina aveva chiamato la famiglia del morto per annunciare la ferale notizia, e così si era espressa: “É morto Esilio, senza fare fatica.” Ma non finisce qui: zio Esilio, anch’egli legatissimo alla sua terra, aveva espresso il desiderio di essere cremato, e che le sue ceneri venissero poi disperse nel lago di Como. Così Lina aveva portato con sé un barattolo con le ceneri del defunto e l’aveva lasciato in cucina. Sennonché in sua assenza la cognata aveva deciso di cucinare gnocchi per cena, ma purtroppo la farina era finita. Cercando in giro aveva trovato il barattolo. Ok, la farina aveva un colore strano, magari era scaduta, ma di domenica non ci si poteva permettere di andare per il sottile. Così, la famiglia per cena si era strafogata di gnocchi allo zio Esilio. Lina, l’unica ad intuire la verità, era esplosa in una risata, probabilmente l’unica della sua vita, e aveva sibillinamente affermato che se zio Esilio voleva finire nel lago, e in un modo o nell’altro ce l’aveva fatta.

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