Diario 1914/1918 - Ferdinando Martini
Italiano | 1966 | 1326 pagine
Nell'Italia giolittiana, che vide nascere il tipo de borghese progressista a parole, filisteo e retrivo nella sostanza, Ferdinando Martini era solito definire se stesso un conservatore, sebbene aggiungesse di essere dubbioso su cosa fosse da conservare. Toscano di lingua schietta, capace di giudicare con spregiudicatezza il proprio ceto e di sferzare l'ipocrisia e la pavidità delle classi dirigenti alle quali fu tuttavia sempre cosciente di appartenere, egli rischiava di essere giudicato "poco incline per sua natura a custodire in sé fedi profonde": giudizio che questo Diario contesta nella forma più perentoria e continua.
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