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(C0226) Esistere come donna - Comune di Milano (1983)(38/4)

Aggiornamento: 24 ott 2022


Esistere come donna - Comune di Milano

Catalogo della mostra a cura di Rachele Farina


Italiano | 1983 | 300 pagine


Si è chiusa il 21 agosto 1983 a Palazzo Reale la mostra sul tema Esistere come donna promossa dall'assessorato alla cultura del comune di Milano. L'iniziativa, realizzata da un numeroso gruppo di ricercatrici, si proponeva, secondo le esplicite dichiarazioni della coordinatrice Rachele Farina, di far conoscere «al grande pubblico che spesso ha poco tempo per leggere» le nuove dimensioni culturali raggiunte dalla riflessione della donna d'oggi sul proprio passato quasi sempre ignorato dalla storiografia ufficiale e le difficoltà, teoriche e pratiche, attraverso cui si è - venuto individuando nel tempo lo "specifico femminile".

Molto ampie sono state le dimensioni spaziali e temporali su cui la mostra si è articolata. Il ricco materiale documentario e iconografico, dopo alcuni riferimenti alle epoche precedenti, ha infatti preso le mosse dal Settecento con le sue grandi trasformazioni culturali, economiche e sociali di cui le donne sono state protagoniste non marginali ma troppo spesso dimenticate, arrivando fino alle più recenti lotte e riflessioni dei movimenti femministi. Né del resto esso si è limitato all'ambito italiano, pur privilegiato almeno in riferimento all'ultimo secolo, visto che larga attenzione è stata dedicata ai fermenti innovatori e ai movimenti di emancipazione di paesi come l'Inghilterra, la Francia e la Germania.

Un progetto coraggioso e ambizioso dunque, che esponeva, tuttavia, le organizzatrici a molti rischi, non tutti, a nostro parere, evitati. Infatti l'ampiezza del tema e la conseguente ricchezza ed eterogeneità del materiale a disposizione imponeva la scelta di un taglio interpretativo rigoroso, individuato a partire dall'oggetto specifico di analisi, che consentisse sia di evidenziare, dove fossero presenti, scansioni temporali diverse da quelle tradizionali della storia moderna e contemporanea, sia di evitare una rappresentazione del processo di emancipazione come cammino lineare, continuo e privo di contraddizioni. L'impressione più immediata prodotta dalla visione del materiale esposto, e confermata dal l'impostazione del catalogo, pur ricco di suggestioni in molte sue parti, è quella invece di un orientamento prevalente a ripercorre re le tappe classiche della storia economica e politica facendo emergere il soggetto donna con il suo contributo specifico, le sue conquiste, le sue prese di coscienza.

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