Pietro il grande - Lindsey Hughes
Italiano | 2006 | 321 pagine
Titolo originale: Peter the Great Traduzione: Patrizia Parnisari
Che la dimensione privata debba avere un peso irrilevante nella ricostruzione della vita dei grandi personaggi può tutt'al più essere vero per quelle poche figure a tal punto «costruite», storicamente e psicologicamente, in funzione del perseguimento dei loro obiettivi pubblici da annullarsi in quanto individui fisicamente determinati. Ma difficilmente tale affermazione potrebbe riferirsi a quella figura pur totalmente votata alla propria missione storica, ma decisamente fuori-formato, non convenzionale e per molti aspetti paradossale, quale fu Pietro il Grande (1672-1725), la cui esistenza traboccò a tal punto di drammi personali e aspetti bizzarri, da irradiare nell'insieme un senso di mistero e fascino inesauribile. L'eroe celebrato di Poltava, l'incontrastato capo militare, il creatore della flotta russa, il sovrano assoluto di uno dei paesi più grandi del mondo, il protagonista della serie ininterrotta di riforme che rivoltarono metodicamente ogni aspetto e settore della vita politica, sociale, religiosa e culturale russa, sposò una contadina analfabeta. Il suo amore per i travestimenti, gli stravolgimenti e la parodia, per «il mondo alla rovescia», non fu un mero passatempo o un'aberrazione, ma un elemento chiave nel suo stile di governo. L'uomo irresistibilmente volto ad Occidente, segnato da un amore quasi astratto per il mare, e al quale si attribuisce unanimemente il sorgere della civiltà in Russia, fino ad allora equiparabile a un regno avvolto nelle nebbie di un mondo primitivo e barbaro, annoverava tra i propri svaghi curiosità quali l'estrazione dei denti, la pratica dell'autopsia, la tornitura del legno e l'estinzione degli incendi. Il Padre della Patria russa condannò a morte, e forse torturò e uccise di persona, il proprio figlio primogenito. Il fondatore di San Pietroburgo elesse a propria dimora, più che i palazzi reali, umili casupole in legno e preferì circondarsi a corte di nani, storpi e mostri, per i quali provò sempre una misteriosa attrazione. Tutto questo e altro ancora - feste sguaiate, eccessi sessuali, grossolanità e pratiche di primitiva violenza - coesisteva in modi curiosamente funzionali con una vita uniformemente alimentata da una volontà ideale di trasformazione quasi ossessiva, e coronata da imprese che offrirono ampia materia per la costruzione della figura leggendaria dell'imperatore, quale si sarebbe rispecchiata nelle biografie ufficiali di epoca sia zarista che sovietica.
Scopo della presente biografia è quello di illuminare la dimensione sia pubblica che privata di Pietro, partendo dal presupposto che la maggioranza dei lettori troverà interessante la seconda proprio in ragione dell'assoluta imponenza della prima.
Il libro di Lindsey Hughes, scritto con stile accessibile e sempre attento a collocare il particolare caratteristico all'interno del contesto storico, politico e psicologico, ricostruisce, sulla base di un rigoroso lavoro documentario e materiali per ampia parte inediti, le varie fasi della vita del grande imperatore russo, analizzando nei due capitoli finali la sua eredità politica e sociale, l'edificazione e trasformazione del suo mito dal Settecento a oggi, anche attraverso un ampio riferimento alla rappresentazione artistica (quadri, sculture, monumenti).
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