(4214) I racconti ameni - Honoré de Balzac (1965)(30/1)
- challagi

- 3 dic 2022
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Aggiornamento: 24 lug

I racconti ameni - Honoré de Balzac
Italiano: 1965 | 677 pagine
Titolo originale: Les contes drolatiques
Traduzione: Aurelio Valesi
L'arcivescovo di Bourdeaux aveva messo al suo seguito, per recarsi al Concilio di Costanza, un pretino di Tours molto carino, i cui modi e la sua parlata erano curiosamente carini, tanto più che passava per il figlio di Soldée e del governatore. L'arcivescovo di Tours aveva sbadigliato volentieri al suo collega durante il suo passaggio in questa città, per quello che gli arcivescovi fanno di questi doni tra di loro, sapendo quanto sia pungente il prurito teologico. Perciò questo giovane sacerdote venne al Concilio e fu alloggiato nella casa del suo prelato che era uomo di buoni costumi e grande scienziato.
Philippe de Mala, come era stato chiamato il sacerdote, decise di fare bene e servire degnamente il suo promotore; ma vide in questo mistigorico Concilio molte persone condurre una vita dissoluta, e ottenere nondimeno, e anche più indulgenze, escuz d'or, benefici di tutti gli altri saiges et bien renge. Ora, durante una notte desiderosa della sua virtù, il diavolo gli sussurrò all'orecchio e capì che doveva provvedere a panrées, poiché ognuno attingeva dal seno della nostra santa madre la Chiesa senza inaridirla; miracolo che prova chiaramente la presenza di Dio. E il prete Touraine non ha deluso il diavolo. Si ripromise di fare un banchetto, di buttarsi nelle rosticcerie e in altre salse tedesche, quando poteva senza pagare, visto che era povero a suo piacimento. Siccome rimase molto continente, in quanto si modellava sul suo povero vecchio arcivescovo, il quale, per forza, non peccava più e passava per un santo, dovette spesso soffrire ardori insopportabili seguiti da tristezza, visto il numero di belle cortigiane. sazio e congelato al mondo povero, che abita Costanza per chiarire la comprensione dei padri del Concilio. Si infuriò di non sapere come si avvicinassero queste gazze guallanti, che rimproveravano cardinali, abati commendatari, uditori di turno, legati, vescovi, principi, duchi e margravi, perché avrebbero potuto rendere spogli di denaro dei semplici scrivani. La sera, dopo le sue preghiere dettate, cercava di parlare loro, insegnandosi il bel breviario dell'amore. Si è chiesto di rispondere a tutti i casi possibili. E, l'indomani, se verso Compieta incontrava una delle dette principesse in regola, stravaccata al guinzaglio, scortata dalle sue ben corazzate paige, e superba, restava a bocca aperta, come un cane che acchiappa il muschio, a vedere questa figura vivace, che lo ferì ancora di più.
Il segretario del Monsignore, gentiluomo del Perigord, avendogli arditamente dimostrato che i padri, procuratori e uditori della Rota, con la forza acquistano non reliquie o indulgenze, ma pietre preziose e oro, il favore di conoscere il più alto dei questi gatti viziati che vivono sotto la protezione dei signori del Consiglio, poi il povero Tourangeau, tutto simpatico e cocquebin com'era, lo zaurisoyt nel suo materasso i cherubini regalatigli dal buon arcivescovo per lavoro di scrittura, sperando, un giorno, per averne abbastanza, allo scopo di vedere una piccola cortigiana di un cardinale, confidando in Dio per il resto. Era scalzo dal cervello fino ai talloni, e somigliava tanto a un uomo quanto una capra con la cuffia da notte somiglia a una damigella; ma, imbrigliato dal suo desiderio, vagava la sera per le strade di Costanza, indifferente




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